Gianfranco Gobbo. Assessore alla pianificazione urbanistica del Comune di Meolo dal 1999 al 2009.

Di Gianfranco Gobbo.

Cercare di raccontare con parole semplici un iter burocratico, amministrativo e tecnico che viene avanti da quasi 20 anni non è facile. Lo farò nel modo il più corretto e oggettivo possibile, perché in due decenni molti di noi siamo diventati nonni e tanti bambini di allora sono oggi giovani, che ci guardano increduli quando raccontiamo questa storia. Per loro, che devono farsi un’idea di questo percorso a ostacoli in modo veloce e chiaro, ho scritto questo articolo.

Prime Puntate

Le problematiche relative al traffico dall’area pedemontana e trevigiana verso i litorali jesolani iniziano dal dopoguerra. Stiamo parlando degli anni 60, quando nei week end estivi le Fiat 500 sfrecciano, a 80 all’ora! verso le spiagge. Il benessere del boom economico ci premia: più macchine e molti appartamentini di vacanza. Negli anni 60/65 la nuova autostrada A4 VE-TS taglia in due il paese isolando la parte a nord che rimane collegata alla parte a sud da un tombotto ciclopedonale su via Vallio. Poi negli anni settanta viene costruita la strada provinciale S.P. 89 Treviso mare che riconnette le due parti del paese con un sovrappasso dell’autostrada A4, arrivando fino alla S.S. 14 Triestina in località Fossetta. Cominciano ad arrivare i turisti stranieri e negli anni novanta la situazione si fa più seria. Nel 2004 viene aperto il tratto Fossetta-Caposile quale variante di Musile e S. Donà della SS 14 Triestina e la SP 89 diventa SR 89. Nei periodi feriali estivi la situazione diventa insostenibile per l’invasione di auto e le code interminabili che mettono a rischio la sicurezza delle comunità dell’entroterra.

Alcuni interventi effettuati dalla Provincia di Venezia sulla viabilità in ingresso ed uscita da Jesolo, come la sistemazione della strada provinciale 43, che va da Caposile a Jesolo Paese e il nuovo sottopasso alla rotonda Picchi, rinviano le gravi problematiche consumando ingenti risorse economiche e di suolo. Il bello viene dopo …

Fateci una superstrada!”

L’idea della superstrada nasce nei primi anni 2000, quando alcune società con interessi prevalenti nel turismo jesolano predispongono, in qualità di promotori di cui alla Legge Obbiettivo, un progetto di finanza per costruire e gestire una superstrada a pedaggio dal nuovo casello di Meolo a Jesolo, chiedendo alla Regione Veneto di dichiararlo di pubblico interesse.  E’ prevista la realizzazione di una superstrada, a scorrimento veloce, affrontando i costi con un progetto di finanza, vale a dire, chiedendo di sostenere l’intero costo ad una azienda aggiudicataria e cedendo alla stessa gli incassi dei pedaggi per un periodo da definire, in modo che possano rientrare dai costi e avere un corrispetivo guadagno. 

Dove la facciamo passare?”

Il progetto originale prevedeva una superstrada a pedaggio con il seguente percorso:

  1. I primi 5 km, sul sedime dell’attuale strada regionale 89, chiamata Treviso Mare, da Meolo, allora il casello sull’A4 era in corso di costruzione, all’incrocio della triestina, detto rotonda della Fossetta.
  2. Un secondo tratto di circa 7 km, su parte del sedime della Variante alla S.S. 14 di Musile e S. Donà, di giurisdizione dell’ANAS, che va da Musile, località Fossetta, a Caposile. Da evidenziare che la Variante di Musile e San Donà della S.S. 14 nasce per togliere il traffico pesante dai centri urbani di queste cittadine e attualmente è in via di completamento – con il superamento tramite sovrappasso della rotatoria di Calvecchia e il collegamento fra Passerella e Caposile- . Questi 7 chilometri, come vedremo più avanti, pongono anche un problema di giurisdizione da affrontare, perché quel tratto è di competenza nazionale dell’ANAS.
  3. Un ultimo tratto di 7 km, da Caposile a Jesolo rotatoria Frova, che è la rotatoria del Centro Commerciale Bennet. Questo tratto viene realizzato su nuovo sedime parallelamente alla S.P. 43 fatti salvi i km finali che andranno a sovrapporsi alla S.P. 43.

Le conseguenze non risolvono le cause

Una prima forte criticità, evidenziata fin da subito, è che buona parte del tracciato della superstrada si sovrappone alla viabilità esistente, per cui di fatto bisogna espropriarla dall’uso pubblico per affidarla ad una società privata che realizzerebbe l’autostrada a pagamento.

Una seconda criticità è data dal fatto che un vasto territorio verrebbe privato di un’arteria importante, integrata e funzionale, che comunque avrebbe bisogno di essere adeguata e messa in sicurezza, perché presenta numerosi incroci a raso, accessi carrai e accessi alle attività agricole ed è interessata da intenso traffico, specie nel periodo estivo.

Nota: Un incrocio a raso tra una strada a veloce scorrimento con due sensi di marcia e una strada secondaria a lento scorrimento è pericoloso. Perché? Chi deve attraversarla deve attendente con molta attenzione – e ansia- il momento in cui nessuna macchina venga da destra nè da sinistra: tutti noi abbiamo presente sia lo stress che comporta, sia gli incidenti che sono accaduti in molti punti. Per mettere in sicurezza un incrocio a raso fra una strada importante ed una di secondaria importanza, non c’è altro modo che costruire un sovrappasso o un sottopasso,  in modo di non interrompere il traffico sulla strada principale e unire le due strade con apposite corsie di accesso ed uscita. Un esempio interessante è la strada tra il casello di Noventa e la SS 14 Triestina.

Come tutte le persone di buon senso che hanno fatto decine di volte la Treviso Mare da e verso Jesolo osservano, la realizzazione della superstrada abbrevierà di qualche minuto il tempo di percorrenza dal casello dell’A4 di Meolo fino Jesolo, ma non risolverà in alcun modo il vero problema degli intasamenti del traffico in ingresso e in uscita dal Lido di Jesolo, perché l’inadeguatezza della viabilità interna al comune di jesolano, soprattutto verso Cavallino e Punta Sabbioni rimane tale.

Fermi tutti! Lo stop dei processi giudiziari e il vincolo delle nuove strade

L’iter di approvazione del progetto di finanza, già in fase di espletamento del bando per l’assegnazione delle opere, viene sospeso nel 2015 con la DGR 89/2015, a seguito delle indagini della Magistratura sul MOSE. E’ tristte ricorddare che queste comportarono gli arresti di persone che erano proprietarie di quote delle stesse società proponenti il progetto di finanza Via del Mare: pubblici amministratori della Regione Veneto (Presidente e Assessore alla mobilità), dirigenti e professionisti.

Gli anni passano e siamo al 2020, ad inizio della Pandemia. Dopo la conclusione delle indagini per il MOSE, la Regione Veneto riapre l’iter per l’affidamento delle opere e con DGR 559 del 05/05/2020 approva un Protocollo d’Intesa tra il Ministerio Italiano dei Trasporti (MIT), l’ANAS S.p.A. e la Regione Veneto, per superare la questione dell’uso di quei 7 Km di proprietà di ANAS SpA, che costituivano la Variante della S.S. 14 di Musile e S. Donà.

Tale variante parte dalla rotatoria Fossetta a sud di Musile ed intercetta nuovamente la S.S. 14 a nord-est di S. Donà in località Calvecchia, dopo aver superato il fiume Piave. Già oggi è parzialmente completata e con qualche rotonda in più il traffico scorre meglio, perché  preclude il traffico pesante dai centri urbani di Musile e S. Donà.

Apro e chiudo una parentesi tecnica

Non si comprende con quale modalità possa essere utilizzata come superstrada a pedaggio un pezzo di strada pubblica nazionale: concretamente quella parte della Variante di Musile e S. Donà della strada statale (S.S.) 14 Triestina, il cui completamento è ancora in corso dovrebbe passare a mani private.

La questione ha visto la contrarietà di ANAS SpA e dei comuni interessati e ha inoltre provocato l’intervento della Corte dei Conti sulla regolarità del Protocollo d’Intesa. Come si può pensare di regolarizzare una situazione, di per sé paradossale, con il riconoscimento di un canone di concessione su un tratto di viabilità già impegnata e funzionale come la variante alla S.S. 14? Bisognerebbe dividere gli introiti dai pedaggi fra ANAS e  la SIS, che realizzerà e gestirà l’autostrada,  e contemporaneamente usarla come variante della strada statale?

Si va avanti comunque

In ogni caso il procedimento relativo al bando di gara per la Via del Mare va avanti e siamo ormai arrivati alle verifiche finali, all’aggiudicazione provvisoria delle opere con la DGR 136 del 18/11/2022 e all’affidamento delle opere al Consorzio SIS, che ha già realizzato l’autostrada Pedemontana Veneta, di cui abbiamo molte e raccapriccianti informazioni.

Va ricordato che si tratta di aggiudicazione su base di un progetto preliminare, in quanto il bando prevede che la progettazione definitiva-esecutiva sia predisposta dalla ditta a cui sono state aggiudicate le opere. Quindi stiamo parlando di un tracciato superato che va modificato assolutamente.

Parliamone…”, dicono da una parte.

Ora? Facciamo ricorso al TAR!”, rispondono dall’altra.

Con la firma della convenzione fra la Regione Veneto e la SIS si è dato il via ai di tavoli di confronto sia con le amministrazioni locali favorevoli all’intervento, Jesolo e Cavallino, sia con quelle contrarie o critiche, anche se in un momento successivo.

Il 4 dicembre 2023 i comuni di Roncade, Silea, Monastier in provincia di Treviso e Meolo e Fossalta di Piave in provincia di Venezia, contrari alla realizzazione dell’opera, hanno presentato un ricorso al Tribunale Ammnistrativo Regionale (TAR) del Veneto per l’annullamento della Delibera della Giunta Regionale del Veneto n. 1286 del 30 ottobre 2023, che aggiudicava la progettazione in via definitiva-esecutiva e la costruzione e gestione per 32 anni, dell’autostrada a pedaggio denominata “Via del Mare: collegamento A 4 – Jesolo e litorali.

Proprio in questi giorni apprendiamo, ancora dalla stampa, che due comuni, fra i più importati del litorale veneto per l’industria turistica, quali Jesolo e Cavallino, intendono invece costituirsi presso il TAR, in appoggio alla Regione ed in opposizione alla richiesta di annullamento.

Sono modi di fare questi?!”

Tutto questo dimostra l’incapacità della Regione Veneto o, meglio, dei suoi amministratori, di pianificare in modo concertato e coordinato le infrastrutture necessarie allo sviluppo del territorio, facendo qualcosa che sta alla base del nostro sistema democratico: ascoltare e considerare anche le esigenze delle amministrazioni locali.

Io sono dell’idea – e non sono fortunatamente l’unico – che dobbiamo approfittare della realizzazione di queste opere, per sistemare una volta per tutte le problematiche esistenti nel sistema infrastrutturale delle strade del veneto Orientale, ricercando soluzioni innovative con attenzione all’ambiente, all’inquinamento, alle problematiche idrogeologiche e ad uno sviluppo ordinato ed equilibrato del territorio. Altrimenti ci porteremo i problemi derivati da questo progetto per decenni come regalo a tutti i nostri figli e nipoti.

Spiegare tutto questo ad una ragazza o ad un ragazzo di poco più di vent’anni è per me imbarazzante. Le nuove generazioni ci ascoltano con sospetto o con indifferenza e continuano a guardano le serie sul telefonino. Li capisco ma mi dispiace perché questa non è fiction da netflix ma riguarda il futuro di tutti noi.

PROMEMORIA dei dati del Progetto:

SUPERSTRADA A PEDAGGIO “VIA DEL MARE: COLLEGAMENTO A4 – JESOLO E LITORALI”

CUP: H41B09001160005, CIG: 493301980D – REALIZZAZIONE MEDIANTE FINANZA DI PROGETTO.

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