Da David Furlan, Energie Meolesi
L’autostrada del mare è da molto tempo uno dei temi che mi preoccupano di più. Quindi non potevo mancare all’incontro organizzato dal Comune di Fossalta di Piave, Venerdì 5 aprile, per informare i cittadini sullo stato del progetto.
C’erano i rappresentanti di tutte le amministrazioni comunali che hanno fatto ricorso al TAR contro La Via del Mare. Tutte hanno inviato un delegato. Tutte tranne una: l’amministrazione comunale di Meolo era assente ingiustificata e non è la prima volta. Secondo me, qualcuno doveva rappresentare i cittadini di Meolo anche a questo incontro, visto e considerando cosa c’è in gioco.
I cosìdetti sindaci ribelli, come ha rimarcato Rossella Cendron, prima cittadina di Silea, rammaricata da questa etichetta, hanno fatto il punto della situazione ribadendo la volontà di chiedere alla Regione un nuovo progetto che tenga in considerazione le esigenze di tutti i comuni coinvolti.
La preoccupazione dei fossaltini, come la nostra, è il traffico “di economia” che la nuova autostrada alimenterà nelle vie secondarie, facendo transitare impiegati, operai, artigiani, trasportatori, corriere e produttori agricoli su stradine non adatte allo scopo.
A volte ci si dimentica che sulla Treviso Mare, oltre i turisti, transitano quotidianamente moltissimi lavoratori. E sono proprio loro che non possono e non vogliono accettare il fatto che una strada pubblica diventi privata e a pagamento, solo per agevolare il traffico vacanziero estivo. Due mesi all’anno!!!
Possiamo fare tutti i calcoli del mondo. Con le celle telefoniche, con le misurazioni di traffico, ma il concetto di fondo è che questa autostrada a pagamento è profondamente ingiusta, divisiva e tecnicamente sbagliata, in quanto frutto di un progetto vecchio e superato.
Le mappe sviluppate da Pietro Guzzo, di Energie Meolesi, sono state illustrate a dovere e sono chiarissime. Le opere complementari necessarie per “mandare giù” un progetto così violento sul territorio sono molte e forse non basteranno. Chi le pagherà? Ci domandiamo quando i responsabili della Regione offriranno garanzie della loro realizzazione. Non a voce ma sulla carta! Con un impegno formale, che ci rassicuri al meno su questo fronte.
Su quanto dovranno o dovremo pagare per raggiungere la rotonda Frova e incolonnarci poi verso le spiagge ancora oggi non abbiamo alcuna certezza. Siamo sì certi che con i soldi le aziende non sbagliano: un’azienda privata non accetterà mai condizioni economiche che non la favoriscono. Ci mancherebbe, é’ naturale. E’ già successo con la Pedemontana. La stessa azienda che realizzerà la Via del Mare, la SIS, ha fatto la Pedemontana e gli abitanti dei comuni confinanti, alla fine e dopo tante false promesse, non hanno alcuna agevolazione per percorrerla.
Il 6 maggio, l’assessore della Regione Elisa De Berti, ha detto che verrà a San Donà di Piave. L’aspettiamo, noi cittadini dei comuni “ribelli”.
Per fare in modo che il PEF (Piano Economico Finanziario) del project financing sia in positivo, è necessario che tutte le auto che escono dal casello di Meolo sulla A4 verso i litorali, entrino nella Via del Mare, sommandosi al traffico locale e a quello provienente dalla provincia di Treviso e dalla Pedemontana. Sarebbe stato molto più semplice dal punto di vista tecnico fare uno svincolo diretto dall’A4 tra Meolo e Noventa e incanalare il traffico sulla nuova autostrada Via del Mare, dopo la Fossetta (o anche prima). Lasciando inalterata la viabilità esistente, magari con qualche opera di messa in sicurzza. Ma in questo modo sarebbe stato perso più della metà del traffico verso il mare e il PEF sarebbe andato in crisi. Zaia e De Berti non si fanno scrupolo a disastrare la viabilità locale di tutto il bacino che interessa i comuni che si sono rivolti al TAR, ma anche di San Donà e Musile, che non si rendono conto dei rischi che stanno correndo e si limitano a fare richieste di ulteriori opere complementari, che comunque non allegerriranno i rischi anche sulla loro viabilità interna.